Storia di Londa

Il territorio di Londa fu “pago” etrusco fin dal VI sec. a.C., com’è attestato da alcuni cippi sepolcrali, presumibilmente parte di una vera e propria necropoli a tutt’oggi inesplorata. Il primo di questi cippi fu rinvenuto in località Trebbio (frazione di Vierle) nel 1871 ed è oggi conservato al Museo Archeologico di Firenze. Di origine etrusca sono anche i toponimi Rata, Rincine, Vierle, Vicorati. Invece i nomi Petroio e Caiano, così come Bucigna e Caspriano, risalirebbero a successivi insediamenti romani, databili intorno al III sec. a.C. - epoca della conquista del Mugello. Secondo la tradizione popolare - che tuttavia pare potersi ergere a verità storica - uno dei primi “turisti” a visitare Londa fu Annibale, con il suo esercito. Egli sarebbe passato di qui per arrivare ad Arezzo: d’altronde, tale via - attraverso Mugello e Valdisieve - era certamente la più sicura per raggiungere l’aretino scansando le posizioni degli eserciti consolari.

Verso il Mille, Londa divenne dominio dei conti Guidi, signori del Casentino. Essi fecero costruire il primo nucleo dell’odierno capoluogo comunale su un isolotto alla confluenza del Rincine con il Moscia, che anticamente scorrevano ad un livello più elevato. Da qui l’origine del nome Londa: inizialmente chiamato “Isola”, il paese divenne successivamente “L’Onda”, per arrivare infine alla versione attuale (sebbene ancora oggi molte persone affermino di essere abitanti… “dell’onda”!). Lo stemma comunale - un’onda argentea in campo blu (con tre rose rosse e banda ondata d’oro) - ricorda la nascita del toponimo.

 

Fino all’epoca medievale, Londa rivestiva minor importanza rispetto alle attuali frazioni di Vicorati, Rincine o San Leolino, parimenti governate dai Conti Guidi. Nel XIV sec. Simone e Giovanni, figli del conte Roberto da Battifolle, dopo aver ottenuto dalla Repubblica Fiorentina potestà sul territorio di San Leolino, si ribellarono poi alla stessa Firenze, finché, nel 1375, la Repubblica Fiorentina riacquistò il territorio di Londa, proteggendone e promuovendone l’espansione. Allora Cosimo I de’ Medici fece distruggere tutte le rocche sparse sull’attuale territorio londese, ad eccezione proprio di Londa. Questa pratica, usuale all’epoca, serviva a spogliare dei loro possedimenti i nobili feudatari, che, perdendo la forza militare, venivano sottomessi e fa sì che delle antiche rocche restino vestigia soltanto nelle mura di alcune case rurali: infatti, in epoca più tarda, il Granduca Leopoldo (1765/1790) autorizzò, per favorire l’attività agricola, la costruzione di case coloniche con materiali tolti dai castelli abbandonati o in rovina.
Come comunità civica, rintracciamo la prima testimonianza di comune autonomo nel nostro territorio a partire dal 1446 (Statuto dei Comuni di Rincine e Fornace, ottenuto dal Governo di Firenze il 13.08.1446). Nel XVI secolo Londa dipendeva come Podesteria dal Vicariato “del Ponte a Sieve”, mentre Fornace e Rincine erano invece aggregate alla Podesteria di Pratovecchio – Vicariato di Poppi. Nel 1645 Ferdinando II concesse i comunelli alla Famiglia Guadagni che li governava mediante un unico statuto, pur con un’amministrazione separata, e mediante un unico Commissario che abitava nel Palazzo costruito nei pressi del demolito castello di San Leolino. Con la riunificazione delle attuali frazioni sopra citate, il Granduca Pietro Leopoldo diede vita, nel 1766, al Comune di Londa. Quest’autonomia decadde nel 1835, quando Londa fu aggregato a Dicomano – aggregazione, peraltro, di breve durata.

Il paese fu parzialmente distrutto prima dal terremoto del 1929 e poi nel periodo di occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale - ricordiamo il cannoneggiamento dell’Agosto ’44 e la distruzione del ponte, del palazzo comunale e di altre case del centro storico al momento della liberazione (9 settembre). Nel dopoguerra, Londa ha subito una costante emigrazione verso la città, tendenza invertita soltanto in tempi recenti. La sua valorizzazione turistica è altrettanto recente (da un paio di anni è ufficialmente paese ad economia prevalentemente turistica, e come tale riconosciuto dalla Regione) e legata alla posizione del paese, lontano dai rumori e dai fumi cittadini.

 

Ultimo aggiornamento: Mer, 02/12/2015 - 14:38